Gallery
CRAG – Chiono Reisova Art Gallery nasce nel 2016 in un loft nel centro Piero della Francesca di Torino, fondata da Elisabetta Chiono e Karin Reisovà con uno sguardo verso artisti emergenti, sia italiani che stranieri. La Galleria, oltre alla scultura ed alla fotografia, dedica un’attenzione particolare alla pittura figurativa ed all’attività di scouting di giovani e giovanissimi artisti.
Crag è uno spazio di sperimentazione, condivisione e proposta, con la convinzione dell’importanza delle scelte personali, al di là delle mode.
Exhibits
25.10.2024 - 28.11.2024
opening: 24.10.2024
25.10.2024 - 28.11.2024
CRAG Gallery è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia dell’artista spagnola Bea Sarrias (Barcellona, 1979) in occasione della Art Week Torinese con inaugurazione il 24 ottobre in via Parma 66D, Torino.
L’artista, interessata alla figurazione legata alla architettura moderna e contemporanea, esplora in questa mostra un filone dedicato alla figura dell’architetto Gio Ponti.
Gli spazi architettonici e la poetica del grande Architetto rivivono nei dipinti attraverso lo sguardo e l’interpretazione dell’artista. Il suo lavoro è concentrato sul catturare le luci e le atmosfere delle architetture.
E’ proprio la luce l’elemento chiave ci permette di “sentire” l’architettura, interpretandola emotivamente. Nei dipinti diventa infatti personaggio silenzioso che dà vita alle linee pure e moderne dell’architettura pontiana, catturando anche momenti effimeri. Troviamo la luce che sfiora una parete o il calore del pavimento illuminato dal sole pomeridiano o ancora la luce che dà movimento alla facciata esterna di una villa. Nei dipinti di Sarrias la luce non solo illumina, ma racconta una storia, la stessa storia che Ponti tratteggiava nei suoi edifici: una celebrazione della bellezza, della semplicità e della chiarezza. «Mi interessano la prospettiva, la composizione e, soprattutto, la luce. Per me l’architettura è uno strumento con cui dipingere la luce. La luce modella gli spazi e crea presenza. Con la luce cerco di catturare l’anima stessa degli spazi che dipingo.
Sarrias non dipinge edifici, ma crea piuttosto ritratti di spazi. Il suo lavoro è antropologico e consiste in ricerca, fotografia e persino video per documentare il passato e il presente degli edifici, suggerendo sottilmente la presenza, e talvolta l’assenza, dei loro abitanti. Le figure umane, infatti, non compaiono nei dipinti, se non raramente, ma Bea Sarrias riesce ad evocare le tracce delle presenze di chi ha creato e abitato i luoghi, crea inoltre una tensione tra gli interni e gli esterni.
L’artista trova nell’opera di Ponti forte stimolo per la realizzazione dei suoi dipinti, facendoci respirare tutta l’ecletticità e la sensibilità del maestro, pioniere dell’architettura moderna, conferendo ai quadri la matericità dell’architettura e la poetica della luce che la trasforma.
Gli iconici edifici di Gio Ponti, come Villa Planchart a Caracas e il famoso grattacielo Pirelli a Milano, sono progettati per interagire con la luce in modo dinamico, creando ombre e riflessi che trasformano gli spazi.
In sintesi, Bea Sarrias trova nel lavoro di Giò Ponti una risonanza artistica che va oltre la struttura e il design.
Una serie di opere in mostra è poi ispirata al pavimento Giallo Fantastico disegnato da Giò Ponti nel 1958 per il Museo Richard-Ginori e inserito nel Pirellone, composto da piastrelle nei toni del giallo e del nero che generano un disegno ondulato, creando un effetto visivo che simula il movimento dell’acqua. Ponti ha concepito questi pavimenti non solo come superficie funzionale, ma come un’opera d’arte all’interno dell’ambiente architettonico, giocando con la geometria per creare una sensazione di movimento e dinamismo sotto i piedi.
Bea Sarrias ha catturato con il suo pennello l’eleganza e l’ingegnosità di questi pavimenti geometrici, facendoli ulteriormente interagire con la luce e le ombre, rafforzando la profondità spaziale e l’atmosfera dell’ambiente. L’artista coglie la complessità delle forme e dei colori ideati da Ponti, ma lo fa da una prospettiva che mette in risalto la sua interazione con la luce. Attraverso la sua interpretazione, Sarrias non solo rende omaggio alla meticolosità del design di Ponti, ma mette in risalto anche la sua capacità di utilizzare la luce come risorsa espressiva. Nei suoi dipinti il pavimento del palazzo Pirelli diventa parte essenziale del dialogo tra architettura, spazio e luce.
L’allestimento di mostra sarà inoltre arricchito proprio dal pavimento Giallo Fantastico con pattern che riproduce fedelmente l’originale, presentato da Rezina nel 2023 al Salone del Mobile.
Bea Sarrias ha esposto a New York, Oslo, Malmö (Svezia) e Bruxelles, ed è presente in varie collezioni come la Mies van der Rohe Foundation, Open Earth Foundation, Eileen Kaminsky Foundation, Saffca Foundation.
In occasione della mostra sarà presente l’artista e alcune sue opere saranno esposte durante la settimana di Artissima a The Others, nella nuova sede fieristica nell’ONU center di Torino.
Orari di visita
Me-gio-ve: 15/19
Altri giorni o orari su appuntamento
MOSTRA N.2
CRAG Home Gallery
DOMA – group show
1 – 8 novembre
via Maria Vittoria 45
Torino
Orari visita: Su appuntamento
20.09.2024 - 18.10.2024
opening: 19.09.2024
20.09.2024 - 18.10.2024
Il nuovo ciclo di dipinti definisce un vero e proprio racconto che nasce da immagini fotografiche scattate in parte dall’artista Giacomo Modolo (Vicenza, 1988), altre di repertorio e archiviate, tra cui copertine di dischi, internet, riviste, talvolta anche unite, per poi essere successivamente reinterpretate e rese proprie attraverso la pittura. A partire dall’opera guida “Shaman”, l’oracolo, il discorso dell’artista si ricompone rispetto ai precedenti lavori, con una nuova ma riconoscibile ricerca, legata al suo recente passato che si ripercuote sul presente, in una continua tensione ed interpretazione del “crudo vedere e sentire”.
Cosa sono queste luci? “Sono i bagliori che si consumano all’alba, sono energie latenti di emozioni che si sono sprigionate e che diventano sempre più fioche al limite dell’oblio” come scrive il curatore Domenico Russo nel testo che accompagna la mostra “La superfice del quadro su cui avviene il racconto da sempre un po’ sofferto è il canale tra il pensiero e le persone, e si realizza nella parola pittorica che avvicina e unisce”. Per spiegare il lavoro di Giacomo Modolo è calzante il riferimento al pensiero di Mark Fisher per il quale la soggettività e l’intimità sono frammentate di fronte alla vita sociale. Non vi è gerarchia nelle immagini, le figure sembra si stacchino da una dimensione massmediale, con l’urgenza posta dall’artista sulla necessità di una condotta di vita più profonda e consapevole, dove l’ansia innescata dalla saturazione visiva e dal digitale possa essere ridotta. “Nella misura in cui Modolo mette in rapporto sé stesso con i fenomeni sociali, egli è un artista della corrente l’Altra Individualità” scrive Domenico Russo citando la corrente di pittura figurativa italiana.
Il lavoro di Giacomo Modolo con i suoi colori, il tratto del disegno che limita le scene raffigurate in frame dentro a cui calarsi in fretta per cogliere l’attimo della sensazione prima che ci scappi, è stato proposto dalla Galleria sin dalla sua apertura nelle mostre precedenti dell’artista. Ritornano ora nuovi lavori con con storie più mature tra i gialli fluo acidi, i blu e i verdi contrapposti ai colori della terra.
La mostra sarà il momento per generare nuove vibrazioni e confermare le emozioni e le immagini attese dal pubblico che segue il lavoro di Giacomo Modolo da anni.
Giacomo Modolo, 2024, Shaman, 50x 40 cm, tecnica mista su tela
03.05.2024 - 14.06.2024
opening: 02.05.2024
03.05.2024 - 14.06.2024
L’esposizione è un dialogo tra la più recente ricerca dell’artista torinese Alessandro Fabbris sul tema immagini e intelligenza artificiale e le sculture sinuose dell’artista spagnolo Roger Coll. Le fotografie dai contorni “liquidi e multiformi” sono poste in relazione alla tridimensionalità materica della ceramica. Il risultato è un gioco tra vuoti e pieni, tra sguardi e impressioni.
15.03.2024 - 20.04.2024
opening: 14.03.2024
15.03.2024 - 20.04.2024
La mostra personale “Postcards from Infinity” dell’artista Jiri Hauschka (Rep.Ceca, 1965) presenta un nuovo ciclo pittorico introdotto da un testo di Martin Dostal.
Il percorso artistico di Hauschka vede negli anni un costante sguardo rivolto ai grandi pittori della contemporaneità, come Peter Doig e Daniel Richter, ai quali si ispira con la propria narrazione pittorica e sensibilità collegando la tradizione della pittura ceca, dell’espressionismo dell’Europa Centrale profondamente radicata nei dipinti della Germania, Austria e Repubblica Ceca già all’inizio del 20° secolo, con il contesto artistico internazionale. Il suo stile è stato profondamente influenzato dall’esperienza londinese degli anni 2005-6 dalla quale è derivata la sua appartenenza al movimento Stuckist e nel 2020 l’editore Thames and Hudson nella pubblicazione World of art series – Movements in Art since 1945, ha inserito Hauschka come artista rappresentativo della scena dell’arte internazionale.
La sua ricerca è caratterizzata dalla presenza costante di una natura selvaggia delle foreste del centro Europa e in particolare della Moravia. La rappresentazione che ne scaturisce, attraverso l’uso del colore, è tesa al limite tra la pittura astratta e figurativa. Ciò che lo circonda viene rappresentato in forme astratte pulsanti con una carica interna intensa e la sua pittura così intrisa di energia esprime in modo tangibile gli stati d’animo lontani e intoccabili delle figure.
In questa mostra, Hauschka ha esplorato nuovi paesaggi, a seguito di una residenza invernale nel sud della Francia, luogo d’ispirazione dei grandi maestri. L’artista è entrato in contatto con inaspettati e incessanti nuovi colori, profumi, luoghi, persone e incontri. Ciò che caratterizza i suoi dipinti resta: i colori simbolici, la forma fluida delle figure, i contorni chiari e il senso della composizione.
Come scrive Martin Dostal, autore del testo di accompagnamento della mostra, “Ogni pittore si entusiasma per qualcosa di diverso, qualcosa di proprio. Jiri Hauschka era affascinato dalle rocce rosso-arancio, che crollano nell’oscurità del mare azzurro, quando la luce è intangibile, strana, neutra, indeterminata. Ogni pittore è alla ricerca di qualcosa di proprio, soprattutto la luce. Nessuno è irreprensibile e siamo tutti innocenti. Basta aprirsi alle situazioni, per quanto inaspettate, strane, bizzarre, inusuali; situazioni in cui le scene diventano storie, storie possibili che non si possono raccontare, si possono solo dipingere. I dipinti di Jiri Hauschka sono una raccolta di sentori di storie possibili nell’infinito del sole, dei colori e della terra a cui nessuno, quasi nessuno, può resistere. L’artista ha dipinto una presenza vissuta e viva, una mescolanza meravigliosamente inquieta di sentimenti e suggestioni, quando già era catturato e intrappolato dalla pittura nel suo infinito ritorno, che si apre all’infinito della pittura“.
La Galleria è entusiasta di inaugurare questa mostra, credendo fortemente nella autenticità della ricerca di Jiri Hauschka, che è in grado di unire nelle sue tele la propria forte sensibilità verso l’esistenza, verso ciò che circonda l’essere umano, e la capacità di trasmettere questa sua visione “alta” allo spettatore, con una resa potente e genuina al tempo stesso.
La mostra è realizzata con il Patrocinio del Centro Ceco di Cultura di Milano
Orari di mostra:
mercoledì – giovedì – venerdì ore 15/19
sabato e domenica tutto il giorno su appuntamento
English version
POSTCARDS FROM INFINITY Solo show by Jiri Hauschka Text by Martin Dostal
CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY Via Parma 66 D – Turin
14 March – 20 April 2024
Opening Thursday 14 March h. 17/21 The artist will be present
CRAG Gallery is pleased to open the solo show “Postcards from Infinity” by the artist Jiri Hauschka (Czech Republic, 1965) on the occasion of which a new pictorial cycle will be presented from 14 March to 20 April.
Over the years, Hauschka’s artistic career has seen a constant look towards the great contemporary painters, such as Peter Doig and Daniel Richter, from whom he draws inspiration with his own pictorial narrative and sensitivity, connecting the tradition of Czech painting and Central European expressionism. He was deeply rooted in the paintings of Germany, Austria and the Czech Republic already at the beginning of the 20th century, with the international artistic context. His style was profoundly influenced by the London experience of the years 2005-6 from which his belonging to the Stuckist movement derived and in 2020 the publisher Thames and Hudson in the publication World of art series – Movements in Art since 1945, included Hauschka as a representative artist of the international art scene.
His research is characterized by the constant presence of the wild nature of the forests of central Europe and in particular of Moravia. The resulting representation, through the use of color, is aimed at the limit between abstract and figurative painting. What surrounds him is represented in pulsating abstract forms with an intense internal charge and his painting, so imbued with energy, tangibly expresses the distant and untouchable moods of the figures. In this exhibition, Hauschka explored new landscapes, following a winter residency in the south of France, a place of inspiration for the great masters. The artist came into contact with unexpected and incessant new colours, scents, places, people and encounters. What characterizes his paintings remains: the symbolic colors, the fluid shape of the figures, the clear contours and the sense of composition.
As Martin Dostal, author of the text accompanying the exhibition, writes, “Every painter gets excited about something different, something of his own. Jiri Hauschka was fascinated by the red-orange rocks, which collapse into the darkness of the blue sea, when the light is intangible, strange, neutral, indeterminate. Every painter is looking for something of his own, especially light. No one is blameless and we are all innocent. Just open yourself up to situations, however unexpected, strange, bizarre, unusual; situations in which scenes become stories, possible stories that cannot be told, they can only be painted. Jiri Hauschka’s paintings are a collection of hints of possible stories in the infinity of the sun, colors and earth that no one, almost no one, can resist. The artist painted a lived and living presence, a wonderfully restless mixture of feelings and suggestions, when he was already captured and trapped by painting in his infinite return, which opens up to the infinity of painting.”
The Gallery is enthusiastic to inaugurate this exhibition, strongly believing in the authenticity of Jiri Hauschka’s research, who is able to combine in his canvases his strong sensitivity towards existence, towards what surrounds the human being, and the ability to transmit this “high” vision of his to the spectator, with a powerful and genuine rendering at the same time.
The Exhibition is organized under the patronage of the Czech Centre of Milan.
Exhibition times: Wednesday – Thursday – Friday 3pm/7pm Saturday and Sunday all day by appointment
27.10.2023 - 02.12.2023
opening: 26.10.2023
27.10.2023 - 02.12.2023
Mostra aperta ogni giorno su appuntamento
Dopo le residenze di luglio ed agosto, in occasione delle quali Crag si è trasformata in atelier, la galleria è ora lieta di presentare al pubblico dal 27 ottobre al 2 dicembre, ed in particolare in occasione dell’Art week torinese, le opere realizzate dagli artisti Elisabetta Mariuzzo, Oscar Rojas Contreras, Lucia Kralikova e Giacomo Modolo.
Gli artisti sono stati invitati a riflettere sul tema dell’AUTOCENSURA, a partire dal dialogo con Alessandro Chetta, giornalista, poliedrico creativo e autore del libro “Non sia mai detto! Discorso sull’autocensura (arte, politica, maternità)” edito da Aras Edizioni.
La Galleria ha posto l’urgenza della riflessione sul tema e gli artisti si sono espressi attraverso la pittura, il cucito, l’installazione, confrontandosi tra di loro ed interagendo e contaminandosi. Ognuno ha approfondito la tematica dell’autocensura in relazione al proprio lavoro, alla propria identità ed alla percezione personale del ruolo dell’artista nel sistema dell’arte.
“Le residenze d’artista sono un’occasione importante per gli artisti: da una parte ci sono motivazioni pratiche come la possibilità per artisti molto giovani come Elisabetta Mariuzzo e Lucia Kralikova di confrontarsi con altri artisti emergenti, Giacomo Modolo e Oscar Rojas Contreras, ma con quasi dieci anni di esperienza in più, e dall’altra attraverso la residenza è possibile anche uno scambio culturale tra nazionalità diverse.”
Alessandro Chetta “Dalla cancel culture, il movimento di opinione che vorrebbe rimodulare temi classici, la cultura della cancellazione per rispondere a nuovi dettami morali, si passa all’auto cancel culture. Con questo termine si indica il comportamento di chi viene convinto dagli influencer, per esempio, a fare o a dire qualcosa che non si vuole realmente fare o dire. In una dimensione di convivenza civile l’auto censura è una forma di buon senso, ma quando colpisce la creazione artistica non è accettabile. Nel Novecento e nei secoli precedenti colui che veniva definito eretico andava contro lo Stato o la religione: un esempio può essere Pierpaolo Pasolini. Mentre nel passato, quindi, qualsiasi cosa poteva creare scandalo, ai giorni nostri il nemico é impalpabile. Ora il laicismo ha molta presa sul mondo rispetto alla religione, sui social si dibatte di temi sociali, quali il razzismo o la questione LGBT, e ciò fa sì che l’autocensura sia ovunque e ovunque si può fare del male a qualcuno. Per quanto riguarda la figura dell’artista, egli, autocensurandosi, momentaneamente può ottenere successo, ma in seguito non avrà la possibilità di eternarsi.”
La Galleria anch’essa prende posizione e non si autocensura ma decide di sostenere artisti giovani e giovanissimi, in un complesso e costante lavoro di incoraggiamento e formazione.
Il lavoro di Lucia Kralikova (Rep.Ceca, 1998) è influenzato dalla esperienza pregressa della famiglia essendo cresciuta con i genitori che hanno sofferto la censura assoluta e l’impossibilità di esprimersi liberamente durante il regime del comunismo: Lucia vuole al contrario ritenersi libera da qualsiasi forma di limitazione. Attraverso il cucito e la pittura esprime la sua libertà, toccando in particolare il tema della nudità e della sessualità.
Giacomo Modolo (Vicenza, 1988) si autocensura dipingendo in particolare sopra ad opere realizzate negli anni passati e che non gli appartengono più: affronta il tema dei disagi legati alla autocensura sia con riferimento all’individualità ma anche rispetto al rapporto con la collettività, alla educazione ed alla reale conoscenza nella trattazione di determinate tematiche. Giacomo costantemente riporta immagini ambigue e non dichiarate, come fosse un osservatore del mondo.
Elisabetta Mariuzzo (Treviso, 1996) ha realizzato opere secondo una nuova chiave stilistica, fortemente personali e legate alla figura umana. L’artista seppur giovane, è dotata di un forte senso critico, legato al proprio lavoro ed al sistema dell’arte, e riflettendo sul rapporto artista e pubblico, parla di un “senso etico che andrebbe condiviso” portando avanti una ricerca sentita, senza aderire ad una tendenza per essere accettati.
In ultimo Oscar Contreras Rojas (Toluca Mexico, 1986) da sempre porta avanti una sua personale ricerca nella quale le immagini della spiritualità messicana e dell’arte antica dei grandi maestri si mescolano dando vita ad una sua nuova visione, fuori dagli schemi, molto personale, ancor prima delle mode.
TAG – Torino Art Galleries in collaborazione con Lavazza
TAG – Torino Art Galleries in Fondazione CRT per l’Arte
15.09.2023 - 20.10.2023
opening: 14.09.2023
15.09.2023 - 20.10.2023
In mostra un nuovo ciclo di opere di Chen Li (Pechino, 1988) e, come protagonisti, una selezione di dittici, realizzati in un lungo periodo di ricerca e di isolamento. E’ il risultato di un percorso, di un’intensa introspezione in un momento fondamentale della sua vita e della sua crescita come artista.
All’interno di sé Chen Li ha ricercato la chiave per realizzare le opere e, di riflesso, nei propri lavori ha ritrovato se stessa. Non è una circostanza scontata, ma risultato di uno sforzo che si divincola tra concentrazione, entusiasmo, sfida, sperimentazione, sofferenza e rinascita.
Chen ha iniziato un nuovo respiro in cui energia e positività sfociano in opere con un focus sul rapporto con la natura, un ritorno alla vita che è al tempo stesso speranza e promessa. La dimensione più paesaggistica e figurativa della rappresentazione dipende essenzialmente dalla necessità dell’artista di riconnettere la sua interiorità a ciò che la circonda, mentre quella più astratta è legata al suo mondo interiore.
Si compenetrano elementi antropomorfi, vegetali e floreali, tipici della cifra stilistica dell’artista. Ogni dettaglio della composizione corrisponde ad un elemento che l’artista ha fotografato, visto realmente o immaginato, in una rielaborazione che non lascia spazio alla casualità, nonostante l’apparente atmosfera fluttuante e misteriosa.
Dipingere diventa quindi oscillare continuamente in direzione di questi due poli, alla ricerca di un equilibrio, di una dicotomia necessaria.
19.05.2023 - 30.06.2023
opening: 18.05.2023
19.05.2023 - 30.06.2023
CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY
Via Parma 66 D – Torino
La Galleria CRAG, nella nuova sede di via Parma 66D a Torino, inaugura la mostra dell’artista milanese Matteo Negri (1982) dal 18 maggio al 30 giugno 2023.
INTERROGARE LO SPAZIO per trovare il tempo è il titolo della personale che comprende una selezione degli ultimi lavori della serie Meanwhile realizzati su acciaio e alluminio, opere su carta ed un’inedita installazione che accoglie il visitatore in galleria. L’artista, formatosi in scultura all’Accademia di Brera, ha sviluppato negli ultimi dieci anni una ricerca che, a partire da forme e colori elementari, indaga il rapporto cangiante tra la materia e la percezione che di essa hanno i nostri sensi.
Fulcro di questo progetto torinese sono le opere della serie Meanwhile: lamiere specchianti e colorate con le quali l’artista rende il visitatore parte integrante dell’opera attraverso l’interazione con essa.
La realizzazione delle opere è lunga e complessa e comporta più fasi. Si parte dai disegni su carta, sui quali l’artista interviene con spray acrilico e gessetti: sono lo studio di geometrie di piani che si sovrappongono e vanno a creare equilibri formali e cromatici.
Successivamente, queste geometrie vengono riportate su basi di alluminio e dipinte con campiture spray. È in questa fase che inizia l’uso di pellicole adesive cangianti, che vengono scelte a seconda della gradazione e della tonalità, applicate creando diversi livelli di saturazione di colore e di superfici specchianti. A questo punto viene applicata la pellicola dicroica trasparente, materiale in grado di mutare colore in base all’angolazione con cui la luce arriva dall’ambiente. Ultimo livello di finitura è la verniciatura a caldo con vernice epossidica trasparente lucida, che crea una superficie specchiante omogenea ed uniforme.
Il risultato è inatteso, seducente e spiazzante: i colori delle campiture variano a seconda della posizione da cui il visitatore osserva le opere. Si va a creare così un dialogo tra oggetto e osservatore, nel quale quest’ultimo viene trascinato dentro lo spazio dilatato dall’artista, nei suoi pezzi di questo mondo. I titoli di queste opere indicano l’ora e la data in cui Negri ha preso un appunto visivo (una fotografia scattata con il cellulare) di una situazione particolare in cui forme e luci interagivano in modo significativo. Cieli, montagne, fiumi e paesaggi in generale. Le singole opere cercano di evocare la poesia di quegli istanti, riproponendoli allo spettatore a distanza di mesi o anni in un contesto spaziale differente. Così le geometrie e le variazioni cromatiche che si attuano nello spazio della galleria mettono in relazione la memoria e lo scorrere del tempo.
In questa mostra, infine, Negri usa per la prima volta il linguaggio delle bandiere. Vessilli che, anziché rappresentare nazioni o regioni, riproducono le geometrie tipiche del suo linguaggio. L’installazione riproduce una sorta di ingresso di una sede diplomatica, dove sono esposte bandiere di paesi di fantasia, dei quali si può diventare liberi cittadini grazie all’immaginazione. Ancora una volta l’artista ci invita a fare parte della sua opera.
QUERY THE SPACE
to find the time
Solo show of Matteo Negri
CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY
Via Parma 66 D – Turin
18 May – 30 June 2023
The CRAG Gallery, in the new headquarters in via Parma 66D in Turin, inaugurates the exhibition of the Milanese artist Matteo Negri (1982) from 18 May to 30 June 2023.
QUESTIONING THE SPACE to find time is the title of the solo exhibition which includes a selection of the latest works from the Meanwhile series made on steel and aluminium, works on paper and an unprecedented installation that welcomes the visitor to the gallery. The artist, trained in sculpture at the Brera Academy, has developed over the last ten years a research which, starting from elementary shapes and colors, investigates the changing relationship between matter and the perception that our senses have of it.
The fulcrum of this Turin project are the works of the Meanwhile series: reflective and colored sheets with which the artist makes the visitor an integral part of the work through interaction with it.
The realization of the works is long and complex and involves several phases. It starts from the drawings on paper, on which the artist intervenes with acrylic sprays and chalks: they are the study of plane geometries that overlap and create formal and chromatic balances.
Subsequently, these geometries are reported on aluminum bases and painted with spray backgrounds. It is in this phase that the use of iridescent adhesive films begins, which are chosen according to the gradation and tonality, applied creating different levels of color saturation and mirroring surfaces. At this point the transparent dichroic film is applied, a material capable of changing color based on the angle at which the light arrives from the environment. The last finishing level is the hot painting with glossy transparent epoxy paint, which creates a homogeneous and uniform mirror surface.
The result is unexpected, seductive and unsettling: the colors of the backgrounds vary according to the position from which the visitor observes the works. Thus a dialogue is created between object and observer, in which the latter is dragged into the space dilated by the artist, into his pieces of this world. The titles of these works indicate the time and date in which Negri made a visual note (a photograph taken with his cell phone) of a particular situation in which shapes and lights interacted in a significant way. Skies, mountains, rivers and landscapes in general. The individual works try to evoke the poetry of those moments, proposing them to the viewer months or years later in a different spatial context. Thus the geometries and chromatic variations that take place in the gallery space relate memory and the passage of time.
Finally, in this exhibition, Negri uses the language of flags for the first time. Banners that, instead of representing nations or regions, reproduce the typical geometries of his language. The installation reproduces a sort of entrance to a diplomatic office, where flags of imaginary countries are displayed, of which one can become free citizens thanks to the imagination. Once again the artist invites us to be part of his work.
05.05.2023 - 27.05.2023
opening: 04.05.2023
05.05.2023 - 27.05.2023
DUMMY PHOTOBOOK 2023
CRAG Gallery in collaborazione con Chippendale Studio di Milano, per la seconda volta, propone durante la settimana della fotografia torinese, DUMMY PHOTOBOOK una mostra di libri d’artista e opere fotografiche.
La Galleria CRAG, nella nuova sede di via Parma 66D a Torino, inaugura la mostra dell’artista milanese Matteo Negri (1982). LA MOSTRA PROSEGUE FINO AL 30 GIUGNO.
INTERROGARE LO SPAZIO per trovare il tempo è il titolo della personale che comprende una selezione degli ultimi lavori della serie Meanwhile realizzati su acciaio e alluminio, opere su carta ed un’inedita installazione che accoglie il visitatore in galleria. L’artista, formatosi in scultura all’Accademia di Brera, ha sviluppato negli ultimi dieci anni una ricerca che, a partire da forme e colori elementari, indaga il rapporto cangiante tra la materia e la percezione che di essa hanno i nostri sensi.
Fulcro di questo progetto torinese sono le opere della serie Meanwhile: lamiere specchianti e colorate con le quali l’artista rende il visitatore parte integrante dell’opera attraverso l’interazione con essa.
La realizzazione delle opere è lunga e complessa e comporta più fasi. Si parte dai disegni su carta, sui quali l’artista interviene con spray acrilico e gessetti: sono lo studio di geometrie di piani che si sovrappongono e vanno a creare equilibri formali e cromatici.
Successivamente, queste geometrie vengono riportate su basi di alluminio e dipinte con campiture spray. È in questa fase che inizia l’uso di pellicole adesive cangianti, che vengono scelte a seconda della gradazione e della tonalità, applicate creando diversi livelli di saturazione di colore e di superfici specchianti. A questo punto viene applicata la pellicola dicroica trasparente, materiale in grado di mutare colore in base all’angolazione con cui la luce arriva dall’ambiente. Ultimo livello di finitura è la verniciatura a caldo con vernice epossidica trasparente lucida, che crea una superficie specchiante omogenea ed uniforme.
Il risultato è inatteso, seducente e spiazzante: i colori delle campiture variano a seconda della posizione da cui il visitatore osserva le opere. Si va a creare così un dialogo tra oggetto e osservatore, nel quale quest’ultimo viene trascinato dentro lo spazio dilatato dall’artista, nei suoi pezzi di questo mondo. I titoli di queste opere indicano l’ora e la data in cui Negri ha preso un appunto visivo (una fotografia scattata con il cellulare) di una situazione particolare in cui forme e luci interagivano in modo significativo. Cieli, montagne, fiumi e paesaggi in generale. Le singole opere cercano di evocare la poesia di quegli istanti, riproponendoli allo spettatore a distanza di mesi o anni in un contesto spaziale differente. Così le geometrie e le variazioni cromatiche che si attuano nello spazio della galleria mettono in relazione la memoria e lo scorrere del tempo.
In questa mostra, infine, Negri usa per la prima volta il linguaggio delle bandiere. Vessilli che, anziché rappresentare nazioni o regioni, riproducono le geometrie tipiche del suo linguaggio. L’installazione riproduce una sorta di ingresso di una sede diplomatica, dove sono esposte bandiere di paesi di fantasia, dei quali si può diventare liberi cittadini grazie all’immaginazione. Ancora una volta l’artista ci invita a fare parte della sua opera.
Orari di mostra:
mercoledì – giovedì – venerdì ore 13/20
sabato e domenica tutto il giorno su appuntamento
MATTEO NEGRI
Matteo Negri (1982) ha studiato all’Accademia di Brera dal 1999 al 2004. Da sempre scultore ha saputo trovare ispirazione sperimentando materiali differenti declinando le proprie immagini in forme diverse nel corso del tempo. Per dare spazio alle proprie esigenze creative si è rivelato un inventore e un conoscitore di materiali particolari e di tecniche raffinate. Ha lavorato con diverse gallerie e istituzioni come la galleria Lorenzelli di Milano, la Galerie 208 a Parigi, la Smolka Contemporary a Vienna, il museo Mac di Lissone e Casa Testori a Novate Milanese. Del suo lavoro si sono occupati tra gli altri Pietro Gaglianò, Ivan Quaroni, Laura Cherubini, Lorenzo Madaro, Millovan Farronato, Daniele Capra. Inventore del gruppo Supergiovane, che organizzando esposizioni in luoghi desueti si è affermato come una voce fuori dal coro per intercettare giovani artisti italiani e non. Vive e lavora a Milano.
CRAG GALLERY
CRAG – Chiono Reisova Art Gallery nasce nel 2016 a Torino, fondata da Elisabetta Chiono e Karin Reisovà con uno sguardo verso artisti emergenti, sia italiani che stranieri. La Galleria, oltre alla scultura ed alla fotografia, dedica un’attenzione particolare alla pittura figurativa ed all’attività di scouting di giovani e giovanissimi artisti. Nel 2023 la galleria si sposta nell’attuale sede di via Parma 66D. Crag è uno spazio di sperimentazione, condivisione e proposta, con la convinzione dell’importanza delle scelte personali, al di là delle mode.
19.03.2023 - 15.04.2023
opening: 18.03.2023
19.03.2023 - 15.04.2023
PROGETTO SPECIALE
CRAG Gallery – Home Gallery, Via Maria Vittoria 45, Turin
Nell’ambito di Novissimi+, la prima edizione del bando To.Be dedicato alla crescita professionale di artisti emergenti, provenienti da un percorso di formazione presso l’Accademia Albertina di Torino, l’Associazione Ghёddo e CRAG – Chiono Reisova Art Gallery presentano Ascolta. Piove, mostra personale di Lorenzo Gnata.
La proposta espositiva, curata da Associazione Ghёddo e CRAG Gallery si inserisce in un programma più ampio di mostre, a cura di Associazione Ghёddo, che prevede la collaborazione tra artisti e spazi d’arte contemporanea del territorio torinese. L’intero progetto è realizzato con il supporto e il patrocinio dell’Accademia Albertina di Torino e della Città di Torino e con il sostegno della Fondazione Venesio.
Ascolta. Piove – il cui titolo trae ispirazione dalla celebre poesia di Gabriele D’annunzio La pioggia nel pineto – è un progetto appositamente ideato da Lorenzo Gnata per CRAG Gallery. «Quelli del “poeta vate” sono versi carichi di sensazioni paniche, nei quali la pioggia, come un velo invisibile, senza distinzioni, copre e avvolge ogni cosa, rendendo il tutto un’unica pulsazione della natura» – afferma l’artista.
Così, concepita come un omaggio estetico alla Natura e ai luoghi di compenetrazione tra sentimento umano e mondo vegetale, la mostra racconta, attraverso sculture e installazioni ambientali, l’ineffabile delicatezza delle emozioni.
La mostra sarà aperta ogni giorno su appuntamento
As part of Novissimi+, the first edition of the To.Be call dedicated to the professional growth of emerging artists, coming from a training course at the Accademia Albertina in Turin, the Ghёddo Association and CRAG – Chiono Reisova Art Gallery present Listen. It’s raining, personal exhibition of Lorenzo Gnata.
The exhibition proposal, curated by the Ghёddo Association and CRAG Gallery is part of a wider program of exhibitions, curated by the Ghёddo Association, which provides for the collaboration between artists and contemporary art spaces in the Turin area. The entire project is carried out with the support and patronage of the Accademia Albertina of Turin and the City of Turin and with the support of the Venesio Foundation.
Listen. It’s raining – the title of which draws inspiration from Gabriele D’Annunzio’s famous poem Rain in the Pine Grove – is a project specially conceived by Lorenzo Gnata for CRAG Gallery. «Those of the “poet poet” are verses full of panic sensations, in which the rain, like an invisible veil, without distinction, covers and envelops everything, making everything a single pulsation of nature» – says the artist.
Thus, conceived as an aesthetic homage to Nature and to the places where human feeling and the plant world interpenetrate, the exhibition narrates, through sculptures and environmental installations, the ineffable delicacy of emotions.
The exhibition will be open every day by appointment
03.03.2023 - 01.04.2023
opening: 02.03.2023
03.03.2023 - 01.04.2023
h 16/20
Le beatitudini è il titolo che riunisce l’ultima serie di opere di Laura Omacini (Venezia, 1991), presentate per la prima volta nella Project Room del Museo di Ca’ Pesaro a Venezia in occasione della diciottesima edizione della Giornata del Contemporaneo, e raccolta in questa occasione presso la nuova sede della galleria CRAG di Torino, già promotrice della mostra lagunare in collaborazione con AMACI e ArtVerona.
La nuova serie di opere si sviluppa intorno ad un tema profondamente legato alla città di Venezia, ma che apre a una riflessione estendibile al panorama di tutte le città storiche, incentrato sul rapporto tra abitare e conservare, tra spazio pubblico e privato, tra luogo sacro e profano, abbracciando una materia che tocca nodi esistenziali ed identitari.
Soggetto della serie sono infatti le impalcature che si arrampicano intoro agli edifici in restauro: costruzioni di natura impermanente, ma che si configurano come elementi costanti del paesaggio urbano, tanto più là dove si concentri un gran numero di fabbricati antichi.
L’intero corpus di opere è sviluppato attraverso una tecnica complessa, ottenuta per tramite di una lenta sovrapposizione di velature trasparenti stese su collages formati da frammenti di foto estrapolate dai giornali. Ne risultano composizioni caratterizzate da una continua interferenza tra i diversi piani della rappresentazione, dove le strutture di tubi innocenti incorniciano le immagini di un presente inafferrabile, mentre lo sguardo insegue l’innalzarsi dei grandi teli di protezione, che sembrano ricucire e contenere la scissione della materia su cui essi stessi appoggiano.
La serie si inserisce perfettamente all’interno del percorso dell’artista, il cui lavoro è caratterizzato da atmosfere diafane e rarefatte, in cui la descrizione di luoghi di confine e ambienti privi di riferimenti stabili identifica uno spazio simbolico dove simulare l’incontro tra paesaggio interiore e realtà circostanziale, generando immagini al contempo oniriche e realistiche.
LAURA OMACINI
Laura Omacini è nata a Venezia nel 1991, ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e l’École Européenne Supérieure d’Art de Bretagne di Rennes. Nel 2018 è stata vincitrice del Contemporary Art Prize indetto dai Rotary Club di Bonn, Novara e Strasburgo. Tra il 2019 e il 2020 ha ottenuto l’assegnazione di un atelier presso l’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia. Nel 2020 ha presentato la sua prima personale presso la galleria CRAG di Torino e nel 2021 ha preso parte al programma di residenza d’artista presso il MEVE (memoriale veneto della Grande Guerra di Montebelluna). Conseguentemente alla vincita del premio Level 0, conseguito insieme alla galleria CRAG di Torino alla 16ma edizione di ArtVerona, nel 2022 ha presentato la personale Le beatitudini nel Museo di Ca’ Pesaro a Venezia.
Impalcature II ,2022, collage, pastelli, acrilico e olio su tela, 30×40 cm